mercoledì 24 settembre 2014

Presentazione di "La Promessa di Jeanne"

Buongiorno miei cari lettori e lettrici,
oggi voglio presentarvi un romanzo Romance - Storico dell'autrice Marta Savarino. L'autrice ha messo tutta se stessa in questo romanzo e si sente particolarmente legata ad esso.



"La Promessa di Jeanne"


Sinossi:

Cosa si è disposti a fare pur di mantenere una promessa fatta a un’amica?
Fino a che punto un uomo e una donna possono riuscire a tener fede a un giuramento quando le loro vite e quelle dei loro cari sono messe in pericolo?

Sono passati tre anni dalla notte in cui Isabelle Morens e Jacques, Conte di Portchartain e figlio illegittimo di Luigi XIV, hanno abbandonato Versailles e la Francia con l’aiuto di Jeanne Arnaud e del Maresciallo Nicolas de Catinat. Da quel momento  il sovrano non ha mai smesso di cercare il figlio con il preciso intento di riportarlo a Corte per punirlo per aver mandato all’aria i piani politici che lo vedevano coinvolto.
          
          Per le sue ricerche, il Re si avvale dell’aiuto di Philippe, Marchese de la Roche, nobile bello quanto privo di scrupoli e perverso. L’uomo ha l’ordine di riportare a Corte Nicolas con l’intento di fargli confessare quanto sa della fuga del figlio del Re e lo farà sfruttando la sua unica debolezza: l’amore per la moglie e per la famiglia. Rapisce quindi Jeanne insieme al figlio di pochi mesi e Nicolas si lancia quindi in una disperata ricerca che dalla Scozia lo porta proprio a Versailles davanti al Re, pronto ad affrontare le conseguenze delle sue azioni e del tradimento nei confronti della corona francese.
          Amore, passione, intrighi e avventura tra la Scozia e la Francia del XVII secolo…


Citazioni:



“Se una locandiera diventa l’amante di un aristocratico allora va tutto bene, agli occhi del mondo intero si tratta solo di una innocente passione senza alcun tipo di conseguenza. Le cose però cambiano se la locandiera diventa la fidanzata e promessa sposa dell’aristocratico in questione. Allora non sei più il passatempo del momento ma agli occhi di quel mondo che non ti appartiene diventi una minaccia, sei vista come l’intrusa che non dovrebbe essere al fianco di un uomo del rango di Nicolas e rappresenti colei che vuole godere di privilegi e ricchezze di cui non ha alcun diritto per nascita. Poteva diventare un inferno per me… per noi due.”





         «Se non vado errato, signore» cominciò finalmente a dire Luigi XIV calcando in particolar modo sull’ultima parola, «Voi non appartenete più al mio esercito e non comprendo la ragione per cui indossiate quell’uniforme e vi fregiate di quelle medaglie».
L’affondo del sovrano non ebbe l’effetto desiderato perché, anziché mettere in imbarazzo l’uomo ottenne il risultato contrario. Nicolas scosse la testa socchiudendo gli occhi chiari e incrociando le braccia al petto. Non era sicuramente quello l’atteggiamento da tenere di fronte a Sua Maestà e Luigi questa volta non riuscì a nascondere l’espressione sorpresa che gli s’impresse in volto.
«Me le sono guadagnate, Sire» rispose quindi Nicolas, «Con la fatica, con il sudore e con il sangue sui campi di battaglia dove voi mandavate me e i miei uomini a combattere e ad affrontare la morte. Ho visto e superato situazioni che forse riuscite a stento a immaginare perché dubito che i vostri pittori per quanto bravi riescano a riprodurre sulle loro tele l’orrore cui ho potuto assistere con i miei occhi. Mi sono sporcato troppo le mani per voi, per il vostro regno e la vostra gloria. Quest’uniforme, queste medaglie e questa spada hanno il compito di ricordarmi che uomo ero. E che non voglio essere mai più, Maestà» concluse con tono sprezzante.


Prologo:


Versailles, Francia – Gennaio 1692


          Jeanne aprì gli occhi.
Era ormai giorno, la luce del sole filtrava dalle finestre, le imposte dimenticate aperte.
Faceva freddo ma lui era accanto a lei, ne sentiva il calore del corpo nudo premuto contro il proprio, il suo respiro sulla spalla a solleticarle la pelle. Lo sentiva, sentiva il suo calore, il suo odore. Si voltò appoggiandosi su un gomito. La stanza era gelida, realizzò,  il camino orami spento da ore. Un rapido sguardo alle finestre e comprese che aveva ricominciato a nevicare.  Poi tornò a osservarlo, il volto era rilassato e non riuscì a evitare di allungare una mano e accarezzarlo con la punta delle dita. Un tocco lieve, per non svegliarlo. Gli scostò una ciocca di capelli dalla fronte, piano, con delicatezza. Le sembrava un sogno, tutto ciò non poteva essere capitato davvero a lei, pensò… ma quell’uomo era suo.
Tornò ad appoggiarsi sui cuscini e osservò la sua mano sinistra come se cercasse una dimostrazione che quanto accaduto fosse davvero reale e non una delle sue  tante  fantasie. Eppure eccolo lì, quel sottile cerchietto dorato simbolo del loro legame. La sua fede nuziale.
“Buon Dio”, pensò,  “mi sembra impossibile eppure sono sua moglie. La moglie dell’ultimo uomo che avrei mai pensato posasse gli occhi su di me”.
Invece a volte il destino poteva riservare delle sorprese, delle magnifiche e imprevedibili sorprese. Nessuno avrebbe mai scommesso su loro due, sul loro amore… Dopotutto appartenevano a due mondi troppo diversi per pensare che qualcosa di serio e duraturo potesse nascere tra loro. Forse lei stessa aveva dubitato all’inizio ma l’anello che portava  al dito era la dimostrazione che a volte anche l’impossibile poteva diventare realtà e che l’amore era più forte di tutto.
Sorrise, felice.
Strinse la mano di Nicolas appoggiata sul suo fianco e se la portò al petto. Lo sentì muoversi e stringersi ancora di più a lei. Le loro gambe intrecciate, il corpo perfettamente modellato contro quello di lui, forte e incredibilmente virile.
Si sentì arrossire  al pensiero di quanto accaduto la notte appena trascorsa, dopotutto era  arrivata priva di qualunque tipo di esperienza intima con un uomo alla prima notte di nozze e doveva  ammettere che quanto  scoperto le era  piaciuto molto… Certo, sapeva a grandi linee cosa sarebbe successo ma non si  aspettava nulla di simile. Sua madre le aveva insegnato tante cose nella vita ma non si era di certo prodigata nel renderle note le gioie del sesso…
Il pensiero la fece  ridere, non si trattenne  al pensiero di sua madre che  le faceva  certe confidenze intime mentre impastava  il pane o spazzava  il pavimento in locanda. Grazie al cielo qualche amica più smaliziata e disinibita di lei  l’aveva avuta, così una vaga idea di cosa l’aspettava se l’era fatta. Era anche vero che prima del matrimonio, durante i mesi del loro fidanzamento, lei e il promesso sposo non si erano limitati a guardarsi negli occhi o a stringersi la mano, pensò, ma Nicolas aveva sempre mantenuto un controllo da ammirare… avesse immaginato cosa la aspettava probabilmente avrebbe spinto perché si controllasse un po’ di meno e mettesse da parte il suo atteggiamento da gentiluomo quale era.
Ma che non voglio in nessun modo che mantenga con me in camera da letto. Questa notte è stato… meraviglioso e travolgente. È stato perfetto”, pensò soddisfatta ridendo tra sé.
«Cosa c’è… Perché ridi da sola?» sentì mormorare.
Per risposta rise ancora più forte, felice di essere lì, in quel letto tra le sue braccia. Si volse a guardarlo, aveva gli occhi mezzi aperti che lasciavano intravedere il verde acqua delle iridi.  Le labbra atteggiate in un sorriso sensuale, invitante che rendeva irresistibile il suo viso perfetto.  Lo baciò, gli accarezzò il viso dalla mascella squadrata e dalla pelle resa appena ruvida da un accenno di barba.
Nicolas aprì completamente  gli occhi e la guardò, divertito. La strinse a sé e lei gli cinse i fianchi con una gamba e lo sentì, duro ed eccitato contro di sé. Jeanne gli accarezzò i capelli, morbidi e spettinati, era così bello in disordine, così diverso dall’uomo dall’aspetto impeccabile e rigoroso che aveva conosciuto alcuni mesi prima  e di cui si era  innamorata. Ma questo Nicolas, così spontaneo e appassionato, era l’uomo che avrebbe amato  per sempre e a cui aveva legato il cuore, il corpo e l’anima.
«Buongiorno Maresciallo de Catinat, ben svegliato» gli disse Jeanne continuando ad accarezzargli i capelli folti che gli ricadevano sulle spalle. I raggi del sole ormai alto nel cielo ne esaltavano i riflessi ramati, quasi rossi e gli davano un’aria selvaggia. Nicolas si sollevò sulle sbraccia sciogliendosi dall’abbraccio e lei si ritrovò sotto di lui sentendosi così piccola in confronto al marito  così forte, alto e muscoloso. Gli accarezzò le spalle ampie per poi prendergli il viso tra le mani. Lo spinse verso di sé e si domandò come un uomo così, dalla bellezza tanto perfetta e disarmante, un aristocratico, un Maresciallo a servizio di Sua Maestà Luigi XIV, avesse  scelto proprio lei, Jeanne Arnaud, una locandiera nata e cresciuta nel centro di Parigi.
«Buongiorno Madame de Catinat. Ti ho già detto che ti amo?» domandò lui con un sorriso per poi baciarla sulla gola, proprio in un punto che Jeanne non avrebbe mai pensato essere tanto sensibile.
«No… non nelle ultime ore almeno. Dimmelo ancora…» le parole quasi le morirono in gola quando la lingua dell’uomo le sfiorò un capezzolo in una carezza sensuale, intima.
«Ti amo Jeanne» le disse lui staccando le labbra dal seno dalla pelle sensibile e la donna si sentì travolgere da una sensazione intensa, bruciate che partiva dal basso ventre, da un punto nascosto del suo corpo impaziente ed eccitato. Sollevò i fianchi ma Nicolas la face  appoggiare al materasso.
«Non c’è fretta amore mio»  le sussurrò in un orecchio sfiorandole il lobo con la lingua.
Nicolas la baciò  in viso, sugli occhi, sulle labbra. Tornò a baciarle il seno, succhiandole i capezzoli in una lenta, dolce tortura. Jeanne voleva toccarlo, esplorare il suo corpo come aveva fatto la notte appena trascorsa, ma lui le trattenne i polsi.
Si sollevò guardandola in viso, gli occhi scuri per il desiderio e la voce era roca, profonda quando parlò.
«Lascia fare a me Jeanne, voglio vederti e sentirti godere».
Queste parole la imbarazzarono e la eccitarono allo stesso tempo. La ragazza inesperta e innocente che era entrata in quel letto la notte precedente  faceva ancora fatica a lasciarsi andare completamente e mettere da parte tutte le sue inibizioni, ma non era il momento di essere timida. Jeanne annuì, non riusciva a parlare così si limitò a un cenno della testa. Lui le lasciò i polsi permettendole di mettersi comoda sul materasso con le mani vicino alla testa, appoggiate sul cuscino. 
Nicolas accarezzò ogni centimetro del corpo della moglie, le baciò la  pelle percorsa da brividi di piacere  e lei si lasciò sfuggire un gemito quando le fece aprire le gambe e si chinò a baciarle l’interno delle cosce. Jeanne riaprì gli occhi tenuti chiusi fino a quel momento  e lo guardò, affascinata dall’immagine delle spalle ampie e possenti del marito tra le  gambe e i suoi capelli ramati che le sfioravano il ventre.
Stava per mettermi a urlare…
Non pensò più a niente e a nessuno.
Non esistevano  più promesse da mantenere, segreti da custodire. In quel momento non esisteva  più nemmeno Isabelle e il giuramento che le aveva fatto. Non esistevano né Jacques, né il Re, Versailles e tutta l’aristocrazia francese…
C’erano solo lei  e Nicolas.
Per sempre…



 Biografia di Marta Savarino:

Marta Savarino nasce a Torino nel 1981, è sposata e ha due bambine.  Da sempre ha la passione per la lettura, in particolare per i romanzi storici. Ama viaggiare e la storia francese, i romanzi che ha scritto testimoniano il suo amore per la Francia e la Scozia, Paesi che ha avuto la fortuna di visitare.
La Promessa di Jeanne è il seguito di La Vendetta di Isabelle, romanzo edito nel 2013 con la Mela Avvelenata Bookpress già in precedenza pubblicato con Linee Infinite Edizioni nel 2010 con il titolo Fuga da Versailles. Altri progetti a cui ha partecipato con la Mela Avvelenata: le antologie Giù la Maschera, le Mele Avvelenate, Halloween Tales, Marry Christmas with Mr Death e Angeli VS Demoni. Ha pubblicato su Amazon La Strega di Skye, novella di cui esiste anche una versione in inglese, The Witch of Skye.
Pagina Facebook dell'autrice:


Nota dell'autrice:

Questo romanzo è il seguito de “la Vendetta di Isabelle”, romance storico iniziato per gioco quando avevo vent’anni e ripreso e terminato molto tempo dopo. Per chi non avesse letto il primo capitolo di questa duologia, è bene sapere che “la Promessa di Jeanne” può essere letto tranquillamente come un romanzo a sé dove i riferimenti al precedente libro vengono spiegati e chiariti nel corso della narrazione.
Entrambi i romanzi testimoniano il mio grande amore per la Francia e la sua storia, per Parigi e Versailles dove ogni tanto sento il bisogno di tornare perché è lì che mi sento a casa e  perché amo Luigi XIV e il suo regno quasi come fosse la mia rock star preferita. Ma nella “Promessa di Jeanne” c’è anche e soprattutto la Scozia, Paese che ho avuto la fortuna di visitare e dove ho lasciato il cuore.
Ci sono voluti tre anni perché questo secondo romanzo vedesse finalmente la luce dopo varie vicissitudini che ne hanno rimandato di volta in volta la pubblicazione, ma a questo punto posso dire di essere felice di avere atteso tanto perché dopo mille modifiche, revisioni, tagli, aggiunte e riletture posso dire di essere soddisfatta del risultato finale… ma non sta a me giudicare la qualità di questo lavoro! Quindi, miei cari lettori… buona lettura!
Marta Savarino


Miei cari lettori, che ve ne pare? Io sicuramente lo leggerò. Ho letto il primo e mi è piaciuto molto. Ringrazio Marta per avermi dato il Prologo del suo romanzo e io con molto piacere lo faccio leggere a voi... 
Vi ricordo che potete acquistare l'eBook su:

AMAZON  (€2,68)

KOBO  (€3,00)
Cosa aspettate ad acquistarlo?

Io resto in attesa del cartaceo!
Alla prossima!

Nessun commento:

Posta un commento