oggi voglio presentarvi un romanzo Romance - Storico dell'autrice Marta Savarino. L'autrice ha messo tutta se stessa in questo romanzo e si sente particolarmente legata ad esso.
"La Promessa di Jeanne"
Sinossi:
Cosa si è disposti a fare pur di
mantenere una promessa fatta a un’amica?
Fino a che punto un uomo e una donna
possono riuscire a tener fede a un giuramento quando le loro vite e quelle dei
loro cari sono messe in pericolo?
Sono passati tre anni dalla notte in cui
Isabelle Morens e Jacques, Conte di Portchartain e figlio illegittimo di Luigi
XIV, hanno abbandonato Versailles e la Francia con l’aiuto di Jeanne Arnaud e
del Maresciallo Nicolas de Catinat. Da quel momento il sovrano non ha mai smesso di cercare il
figlio con il preciso intento di riportarlo a Corte per punirlo per aver
mandato all’aria i piani politici che lo vedevano coinvolto.
Per le sue ricerche, il Re si avvale
dell’aiuto di Philippe, Marchese de la Roche, nobile bello quanto privo di
scrupoli e perverso. L’uomo ha l’ordine di riportare a Corte Nicolas con
l’intento di fargli confessare quanto sa della fuga del figlio del Re e lo farà
sfruttando la sua unica debolezza: l’amore per la moglie e per la famiglia.
Rapisce quindi Jeanne insieme al figlio di pochi mesi e Nicolas si lancia
quindi in una disperata ricerca che dalla Scozia lo porta proprio a Versailles
davanti al Re, pronto ad affrontare le conseguenze delle sue azioni e del
tradimento nei confronti della corona francese.
Amore, passione, intrighi e avventura
tra la Scozia e la Francia del XVII secolo…
Citazioni:
“Se
una locandiera diventa l’amante di un aristocratico allora va tutto bene, agli
occhi del mondo intero si tratta solo di una innocente passione senza alcun
tipo di conseguenza. Le cose però cambiano se la locandiera diventa la
fidanzata e promessa sposa dell’aristocratico in questione. Allora non sei più
il passatempo del momento ma agli occhi di quel mondo che non ti appartiene
diventi una minaccia, sei vista come l’intrusa che non dovrebbe essere al
fianco di un uomo del rango di Nicolas e rappresenti colei che vuole godere di
privilegi e ricchezze di cui non ha alcun diritto per nascita. Poteva diventare
un inferno per me… per noi due.”
«Se non vado errato, signore» cominciò
finalmente a dire Luigi XIV calcando in particolar modo sull’ultima parola,
«Voi non appartenete più al mio esercito e non comprendo la ragione per cui
indossiate quell’uniforme e vi fregiate di quelle medaglie».
L’affondo del sovrano non ebbe l’effetto
desiderato perché, anziché mettere in imbarazzo l’uomo ottenne il risultato
contrario. Nicolas scosse la testa socchiudendo gli occhi chiari e incrociando
le braccia al petto. Non era sicuramente quello l’atteggiamento da tenere di
fronte a Sua Maestà e Luigi questa volta non riuscì a nascondere l’espressione
sorpresa che gli s’impresse in volto.
«Me le sono guadagnate, Sire» rispose
quindi Nicolas, «Con la fatica, con il sudore e con il sangue sui campi di
battaglia dove voi mandavate me e i
miei uomini a combattere e ad affrontare la morte. Ho visto e superato
situazioni che forse riuscite a stento a immaginare perché dubito che i vostri
pittori per quanto bravi riescano a riprodurre sulle loro tele l’orrore cui ho
potuto assistere con i miei occhi. Mi sono sporcato troppo le mani per voi, per
il vostro regno e la vostra gloria. Quest’uniforme, queste medaglie e questa
spada hanno il compito di ricordarmi che uomo ero. E che non voglio essere mai
più, Maestà» concluse con tono sprezzante.
Prologo:
Versailles,
Francia – Gennaio 1692
Jeanne aprì gli occhi.
Era ormai giorno, la luce del sole
filtrava dalle finestre, le imposte dimenticate aperte.
Faceva freddo ma lui era accanto a lei,
ne sentiva il calore del corpo nudo premuto contro il proprio, il suo respiro
sulla spalla a solleticarle la pelle. Lo sentiva, sentiva il suo calore, il suo
odore. Si voltò appoggiandosi su un gomito. La stanza era gelida,
realizzò, il camino orami spento da ore.
Un rapido sguardo alle finestre e comprese che aveva ricominciato a
nevicare. Poi tornò a osservarlo, il
volto era rilassato e non riuscì a evitare di allungare una mano e accarezzarlo
con la punta delle dita. Un tocco lieve, per non svegliarlo. Gli scostò una
ciocca di capelli dalla fronte, piano, con delicatezza. Le sembrava un sogno,
tutto ciò non poteva essere capitato davvero a lei, pensò… ma quell’uomo era
suo.
Tornò ad appoggiarsi sui cuscini e osservò
la sua mano sinistra come se cercasse una dimostrazione che quanto accaduto
fosse davvero reale e non una delle sue
tante fantasie. Eppure eccolo lì,
quel sottile cerchietto dorato simbolo del loro legame. La sua fede nuziale.
“Buon
Dio”,
pensò, “mi sembra impossibile eppure sono sua moglie. La moglie dell’ultimo
uomo che avrei mai pensato posasse gli occhi su di me”.
Invece a volte il destino poteva
riservare delle sorprese, delle magnifiche e imprevedibili sorprese. Nessuno
avrebbe mai scommesso su loro due, sul loro amore… Dopotutto appartenevano a
due mondi troppo diversi per pensare che qualcosa di serio e duraturo potesse
nascere tra loro. Forse lei stessa aveva dubitato all’inizio ma l’anello che
portava al dito era la dimostrazione che
a volte anche l’impossibile poteva diventare realtà e che l’amore era più forte
di tutto.
Sorrise, felice.
Strinse la mano di Nicolas appoggiata
sul suo fianco e se la portò al petto. Lo sentì muoversi e stringersi ancora di
più a lei. Le loro gambe intrecciate, il corpo perfettamente modellato contro
quello di lui, forte e incredibilmente virile.
Si sentì arrossire al pensiero di quanto accaduto la notte
appena trascorsa, dopotutto era arrivata
priva di qualunque tipo di esperienza intima con un uomo alla prima notte di
nozze e doveva ammettere che quanto scoperto le era piaciuto molto… Certo, sapeva a grandi linee
cosa sarebbe successo ma non si
aspettava nulla di simile. Sua madre le aveva insegnato tante cose nella
vita ma non si era di certo prodigata nel renderle note le gioie del sesso…
Il pensiero la fece ridere, non si trattenne al pensiero di sua madre che le faceva
certe confidenze intime mentre impastava
il pane o spazzava il pavimento
in locanda. Grazie al cielo qualche amica più smaliziata e disinibita di
lei l’aveva avuta, così una vaga idea di
cosa l’aspettava se l’era fatta. Era anche vero che prima del matrimonio,
durante i mesi del loro fidanzamento, lei e il promesso sposo non si erano
limitati a guardarsi negli occhi o a stringersi la mano, pensò, ma Nicolas
aveva sempre mantenuto un controllo da ammirare… avesse immaginato cosa la
aspettava probabilmente avrebbe spinto perché si controllasse un po’ di meno e
mettesse da parte il suo atteggiamento da gentiluomo quale era.
“Ma
che non voglio in nessun modo che mantenga con me in camera da letto. Questa
notte è stato… meraviglioso e travolgente. È stato perfetto”, pensò
soddisfatta ridendo tra sé.
«Cosa c’è… Perché ridi da sola?» sentì
mormorare.
Per risposta rise ancora più forte,
felice di essere lì, in quel letto tra le sue braccia. Si volse a guardarlo,
aveva gli occhi mezzi aperti che lasciavano intravedere il verde acqua delle
iridi. Le labbra atteggiate in un
sorriso sensuale, invitante che rendeva irresistibile il suo viso perfetto. Lo baciò, gli accarezzò il viso dalla
mascella squadrata e dalla pelle resa appena ruvida da un accenno di barba.
Nicolas aprì completamente gli occhi e la guardò, divertito. La strinse
a sé e lei gli cinse i fianchi con una gamba e lo sentì, duro ed eccitato
contro di sé. Jeanne gli accarezzò i capelli, morbidi e spettinati, era così
bello in disordine, così diverso dall’uomo dall’aspetto impeccabile e rigoroso
che aveva conosciuto alcuni mesi prima e
di cui si era innamorata. Ma questo Nicolas,
così spontaneo e appassionato, era l’uomo che avrebbe amato per sempre e a cui aveva legato il cuore, il
corpo e l’anima.
«Buongiorno Maresciallo de Catinat, ben
svegliato» gli disse Jeanne continuando ad accarezzargli i capelli folti che
gli ricadevano sulle spalle. I raggi del sole ormai alto nel cielo ne
esaltavano i riflessi ramati, quasi rossi e gli davano un’aria selvaggia.
Nicolas si sollevò sulle sbraccia sciogliendosi dall’abbraccio e lei si ritrovò
sotto di lui sentendosi così piccola in confronto al marito così forte, alto e muscoloso. Gli accarezzò
le spalle ampie per poi prendergli il viso tra le mani. Lo spinse verso di sé e
si domandò come un uomo così, dalla bellezza tanto perfetta e disarmante, un
aristocratico, un Maresciallo a servizio di Sua Maestà Luigi XIV, avesse scelto proprio lei, Jeanne Arnaud, una
locandiera nata e cresciuta nel centro di Parigi.
«Buongiorno Madame de Catinat. Ti ho già
detto che ti amo?» domandò lui con un sorriso per poi baciarla sulla gola,
proprio in un punto che Jeanne non avrebbe mai pensato essere tanto sensibile.
«No… non nelle ultime ore almeno.
Dimmelo ancora…» le parole quasi le morirono in gola quando la lingua dell’uomo
le sfiorò un capezzolo in una carezza sensuale, intima.
«Ti amo Jeanne» le disse lui staccando
le labbra dal seno dalla pelle sensibile e la donna si sentì travolgere da una
sensazione intensa, bruciate che partiva dal basso ventre, da un punto nascosto
del suo corpo impaziente ed eccitato. Sollevò i fianchi ma Nicolas la face appoggiare al materasso.
«Non c’è fretta amore mio» le sussurrò in un orecchio sfiorandole il
lobo con la lingua.
Nicolas la baciò in viso, sugli occhi, sulle labbra. Tornò a
baciarle il seno, succhiandole i capezzoli in una lenta, dolce tortura. Jeanne voleva
toccarlo, esplorare il suo corpo come aveva fatto la notte appena trascorsa, ma
lui le trattenne i polsi.
Si sollevò guardandola in viso, gli
occhi scuri per il desiderio e la voce era roca, profonda quando parlò.
«Lascia fare a me Jeanne, voglio vederti
e sentirti godere».
Queste parole la imbarazzarono e la
eccitarono allo stesso tempo. La ragazza inesperta e innocente che era entrata
in quel letto la notte precedente faceva
ancora fatica a lasciarsi andare completamente e mettere da parte tutte le sue
inibizioni, ma non era il momento di essere timida. Jeanne annuì, non riusciva
a parlare così si limitò a un cenno della testa. Lui le lasciò i polsi
permettendole di mettersi comoda sul materasso con le mani vicino alla testa,
appoggiate sul cuscino.
Nicolas accarezzò ogni centimetro del
corpo della moglie, le baciò la pelle
percorsa da brividi di piacere e lei si
lasciò sfuggire un gemito quando le fece aprire le gambe e si chinò a baciarle
l’interno delle cosce. Jeanne riaprì gli occhi tenuti chiusi fino a quel
momento e lo guardò, affascinata
dall’immagine delle spalle ampie e possenti del marito tra le gambe e i suoi capelli ramati che le
sfioravano il ventre.
Stava per mettermi a urlare…
Non pensò più a niente e a nessuno.
Non esistevano più promesse da mantenere, segreti da
custodire. In quel momento non esisteva
più nemmeno Isabelle e il giuramento che le aveva fatto. Non esistevano
né Jacques, né il Re, Versailles e tutta l’aristocrazia francese…
C’erano solo lei e Nicolas.
Per sempre…
Biografia di Marta Savarino:
Marta Savarino nasce a
Torino nel 1981, è sposata e ha due bambine.
Da sempre ha la passione per la lettura, in particolare per i romanzi
storici. Ama viaggiare e la storia francese, i romanzi che ha scritto
testimoniano il suo amore per la Francia e la Scozia, Paesi che ha avuto la
fortuna di visitare.
La Promessa di Jeanne è
il seguito di La Vendetta di Isabelle, romanzo edito nel 2013 con la Mela
Avvelenata Bookpress già in precedenza pubblicato con Linee Infinite Edizioni
nel 2010 con il titolo Fuga da Versailles. Altri progetti a cui ha partecipato
con la Mela Avvelenata: le antologie Giù la Maschera, le Mele Avvelenate,
Halloween Tales, Marry Christmas with Mr Death e Angeli VS Demoni. Ha
pubblicato su Amazon La Strega di Skye, novella di cui esiste anche una versione
in inglese, The Witch of Skye.
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Nota dell'autrice:
Questo
romanzo è il seguito de “la Vendetta di Isabelle”, romance storico iniziato per
gioco quando avevo vent’anni e ripreso e terminato molto tempo dopo. Per chi
non avesse letto il primo capitolo di questa duologia, è bene sapere che “la
Promessa di Jeanne” può essere letto tranquillamente come un romanzo a sé dove
i riferimenti al precedente libro vengono spiegati e chiariti nel corso della
narrazione.
Entrambi
i romanzi testimoniano il mio grande amore per la Francia e la sua storia, per
Parigi e Versailles dove ogni tanto sento il bisogno di tornare perché è lì che
mi sento a casa e perché amo Luigi XIV e
il suo regno quasi come fosse la mia rock star preferita. Ma nella “Promessa di
Jeanne” c’è anche e soprattutto la Scozia, Paese che ho avuto la fortuna di
visitare e dove ho lasciato il cuore.
Ci
sono voluti tre anni perché questo secondo romanzo vedesse finalmente la luce
dopo varie vicissitudini che ne hanno rimandato di volta in volta la
pubblicazione, ma a questo punto posso dire di essere felice di avere atteso
tanto perché dopo mille modifiche, revisioni, tagli, aggiunte e riletture posso
dire di essere soddisfatta del risultato finale… ma non sta a me giudicare la
qualità di questo lavoro! Quindi, miei cari lettori… buona lettura!
Marta Savarino
Miei cari lettori, che ve ne pare? Io sicuramente lo leggerò. Ho letto il primo e mi è piaciuto molto. Ringrazio Marta per avermi dato il Prologo del suo romanzo e io con molto piacere lo faccio leggere a voi...
Vi ricordo che potete acquistare l'eBook su:
AMAZON (€2,68)
KOBO (€3,00)
Cosa aspettate ad acquistarlo?
Io resto in attesa del cartaceo!
Alla prossima!
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